Un intervento che ormai era diventato improcrastinabile, come ha dichiarato il parroco del paese, don Mauro Arizzi. I fregi del campanile, scolpiti in ceppo gentile di Brembate, pietra di fiume molto friabile, si stavano ormai sgretolando e rischiavano di diventare pericolosi. Anzi, lo erano già da un bel po’ di anni, tanto che nel 2002 sono state posizionate delle reti di sicurezza per evitare la caduta di materiale ed è stato costruito un cancello che circonda la struttura, in modo da evitare che la gente si avvicini. Per un po’ le reti hanno fatto il loro lavoro, poi sono invece diventate un problema: negli interstizi creati per fissarle ai muri del campanile infatti, si depositavano i pollini che permettevano agli arbusti di proliferare, creando crepe e indebolendo la struttura.
La diocesi ha quindi predisposto un lavoro di pulizia e restauro che costerà circa 400mila euro, 100 dei quali verranno messi a disposizione dall’amministrazione comunale. Il 15 giugno è stato aperto il cantiere e gli operai hanno iniziato a montare i ponteggi. L’architetto Lorenzo Pedrini, il tecnico incaricato, spiega: «Bisogna innanzitutto verificare lo stato delle statue poste sulla sommità del campanile. I quattro angeli musicanti sono alti circa 4 metri e sono scolpiti in ceppo di Brembate mentre la statua di San Giovanni Battista è alta circa 6 metri ed è realizzata in legno ricoperto di lamelle di rame. È stata fissata su una struttura rotante, per fare in modo che il dito del santo indichi la direzione in cui soffia il vento. Una volta il mantello era più ampio, poi è stato ridimensionato». I restauratori dovranno mettere mano al cupolino sulla sommità del campanile, alle decorazioni che cingono i piani della torre e alla cornice dell’orologio: sono questi infatti gli elementi più deteriorati e maggiormente pericolosi. Anche l’orologio, una volta importante punto di riferimento per i cittadini di Stezzano e per i contadini che lavoravano nei campi, verrà recuperato insieme al suo meccanismo originale.
Per un cantiere che apre, un altro si è appena chiuso. È quello del Surbù, l’antica fontana che campeggia a pochi passi dal sagrato della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, all’incrocio con via Carrara Beroa. Costruita in pietra serena di Predore, è stata realizzata nel 1840 in occasione dell’incoronazione di Ferdinando I° a re del Lombardo Veneto. Anche in questo caso il monumento necessitava di un restauro e di una pulitura, dato che gli agenti esterni avevano provocato delle crepe che stavano facendo sgretolare le facciate della parte sommitale. Il Surbù è composto da una base cilindrica sormontata da una piramide che poggia su quattro sfere metalliche.
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