Il Comune vuole denunciare la Zenca per 104.000 euro di incentivi «indebiti». Versamenti dal 2007 al 2011: «l’inchiesta» di uno studio di consulenza voluta dal sindaco
Prima le avvisaglie, ora è guerra aperta. Il Comune di Stezzano vuole denunciare l’ex ragioniera Loredana Zenca per 104.000 euro di soldi-premio erogati nel 2007, nel 2010 e nel 2011 a quattro dipendenti – lei compresa – per lo sportello unico delle attività produttive. Secondo il comune i mandati di pagamento emessi dall’allora responsabile del servizio finanziario erano «privi dei necessari provvedimenti autorizzativi». Per questo motivo, già nel novembre e nel dicembre del 2015, l’amministrazione si era mossa per chiedere la restituzione del denaro.
Ora la nuova mossa. Una battaglia parallela all’inchiesta del pm Giancarlo Mancusi che sta spulciando gli atti della Guardia di Finanza su 900.000 euro di mandati su cui i conti non tornano. Questo del pm è il secondo filone in cui la Zenca è indagata, dopo quello relativo ai gioielli e ai mobili acquistati con i soldi pubblici che si è chiuso con il patteggiamento a 2 anni e 4 mesi per peculato. Adesso la giunta ha dato il via libera al sindaco Elena Poma (Lega) e al segretario generale Crescenza Gaudioso per sporgere la denuncia alla Zenca «per avere erogato a sé e ad altri dipendenti risorse prive degli atti autorizzativi a tal fine necessari». E ha dato mandato all’avvocato Emilio Gueli per valutare se sussistono gli estremi per procedere. Esploso lo scandalo della dipendente infedele, arrestata nel novembre del 2013 (ora libera), il Comune si è sempre dichiarato parte lesa. Interrogata dal pm, la Zenca aveva in parte ammesso di essersi tenuta i soldi (da qui il patteggiamento) ma aveva anche detto di essere stata indotta dal sindaco a compiere dei magheggi sui capitoli di spesa per far quadrare i conti e il patto di stabilità.
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